Il Kiwi è un frutto assai stupido ed insipido: i suoi movimenti rotatorî fatui ed impacciati lo rendon goffo nelle
movenze, inetto nel procedere, capace soltanto di ballonzolare
sulla tavola a casaccio, rovesciando tazzine e cristalli. Gli
occhietti verdi acquosi e semispenti, il Kiwi s'addormenta spesso ascoltando musica classica od operistica e non sembra per
nulla in grado di comprendere ragionamenti astratti o filosofici
ai quali del resto partecipa di rado; nelle discussioni interviene anzi sempre fuori tempo e tono, con grande imbarazzo delle
mele e stizza da parte di frutti intelligenti come le fragole e
le susine.
Il Kiwi non possiede del resto la forza delle nespole, la
sugosa allegria delle angurie e neppure la stimolante volgarità
delle banane o del cocco; non ha per amico il formaggio, come le
pere, o il prosciutto come i meloni, né si lascia generosamente
spremere come arance o pompelmi.
Rozzo, sciatto, spesso inebetito o in preda ad una fortissima
invidia verso le albicocche, il Kiwi se ne sta sconsolato nel
piatto senza dir nulla, mestamente seduto sul posteriore, aspettando maldestramente che qualcuno lo mangi o gli dica
finalmente che fare.
Il colore verdastro di quest'insulso frutto è malsano, la sua
polpa è sudaticcia e senza consistenza, la sua pelle sottile
sottile è alquanto pelosa ed offre una sensazione tattile a dir
poco inquietante; all'aspetto estetico decisamente poco
stimolante s'accompagna una stolidità immane: si narra di Kiwi
di serra dei Paesi Bassi, assolutamente incapaci di spiaccicare
una parola d'olandese, e quindi presi pesantemente in giro da
zoccoli, formaggi, tulipani e da queste grandi e pallide donnone
biondone simili a mucche, che pascolano in bicicletta tra canali
e mulini a vento, ruminando placidamente i Kiwi tra le loro possenti labbra prensili (Luppe as bore van pispotte: des lévres
comme le bord d'un vase de nuit).
La razza dei Kiwi è originaria d'Oceania, dove nascono
curiosamente anche uccelli dal medesimo e soprani dall'assai
simile nome, che nel dialetto aborigeno neozelandese significa
appunto "tonto tremendamente, tanto quanto un sasso scagliato
sulla spiaggia solitaria".
Si consiglia caldamente di non assegnare al Kiwi incombenze
delicate né compiti di grande responsabilità quali insaporire un
buon cocktail o fungere da regalo raffinato: non ne sarebbe
certamente capace.
Un'insolenza tanto frequente quanto insopportabile s'accompagna talvolta alla fastidiosa dabbenaggine dei Kiwi, si consiglia allora di spiaccicarne uno con una mazza davanti all'intera nidiata in cassetta, a scopo didattico: gli altri si
porranno all'istante tranquilli e cheti; si tratta infatti d'un
frutto, oltreché ebete, assai vile.
(solo se veramente necessario): Francesco.Vianello(at)CES-CdR(point)be